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× Genere Fiction (narrativa)
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× Nomi Strada, Vittorio
× Data 2015

Trovati 2 documenti.

Atti unici

eBook / testo digitale

Cechov, Anton - Strada, Vittorio

Atti unici

Einaudi, 01/06/2015

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Titolo e contributi: Atti unici

Pubblicazione: Einaudi, 01/06/2015

EAN: 9788806549817

Data:01-06-2015

Nota:
  • Lingua: italiano
  • Formato: EPUB con DRM Adobe
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Abstract: Rispetto alle prime prove drammatiche la tetralogia non è semplicemente una fase più matura: essa ha il senso di un passaggio dalla naturalità all'astrazione. Come nel giovane Kandinskij dai lavori Jugendstil osserviamo emergere magicamente le forme astratte, così in Cechov dal dramma tradizionale si arriva, in tutta la tetralogia a quell'"opera astratta come una sinfonia di Cajkovskij" di cui parlava Mejerchol'd, dove anche gli oggetti sono presenti come quei "correlativi oggettivi" che Eliot definisce in un saggio sull '"Amleto": dati esterni, il cui sistema deve evocare un'emozione particolare. In questo teatro "astratto" c'è un fascino ipnotico che ancora ci incanta e c'è tutta la limpida umanità di uno scrittore, il cui principio etico-intellettuale fu, come egli scrisse, "la più assoluta libertà, la libertà dalla forza (cioè dalla pressione di qualsiasi forza. v.s.) e dalla menzogna", in qualunque forma esse si manifestino, e per il quale quindi il futuro non era un dogmatico feticcio ideologico, ma una critica costruzione ininterrotta, una razionale speranza fondata sui valori di un rinnovato umanesimo laico-cristiano." (Dall'Introduzione di Vittorio Strada)

L'armata a cavallo

eBook / testo digitale

Babel', Isaak - Strada, Vittorio - Poggioli, Renato

L'armata a cavallo

Einaudi, 06/10/2015

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Titolo e contributi: L'armata a cavallo

Pubblicazione: Einaudi, 06/10/2015

EAN: 9788806197278

Data:06-10-2015

Nota:
  • Lingua: italiano
  • Formato: EPUB con DRM Adobe
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Abstract: I cosacchi di Babel' sono eroi romantici descritti con crudo realismo: in simbiosi con i loro cavalli possiedono una grazia innata anche nel compiere le peggiori atrocità, sono mito in carne e ossa, esuberanti in tutto e sfrenati sessualmente. Di loro Babel' fa un'epica, ma è bravissimo a non farne una retorica. Forse proprio per questo approccio non ideologico e non propagandistico, il regime stalinista fece cadere in disgrazia lo scrittore,che morì in un gulag. Ma i suoi racconti restano tra le cose più belle della letteratura russa del Novecento. "Sono nato nel 1894 a Odessa, figlio di un commerciante ebreo. La mia scuola si chiamava Istituto commerciale "Imperatore Nicola I". Era frequentata da figli di mercanti stranieri e di sensali ebrei, da nobili polacchi, da "vecchi credenti" e da tanti appassionati di biliardo ormai uomini fatti. Questa scuola resta per me indimenticabile anche perché l'insegnante di francese era monsieur Vadon. Era un bretone e aveva del talento letterario, come tutti i francesi. Mi insegnò la sua lingua, con lui imparai a memoria i classici francesi.Poi, finito l'istituto, capitai a Kiev e nel 1915 a Pietroburgo. A Pietroburgo me la passai terribilmente male, non avevo il permesso di residenza, cercavo di evitare la polizia e alloggiavo in un interrato in via Puskin presso un poveraccio di cameriere sempre ubriaco. Fu allora che cominciai a disseminare nelle redazioni i miei lavori, ma dappertutto mi cacciavano via, i redattori mi esortavano a cercarmi un posto di commesso in qualche bottega, ma io non gli davo retta e alla fine del 1916 finii da Gorkij. Devo tutto a quell'incontro. Pubblicò i miei primi racconti in un fascicolo di "Letopis'", mi insegnò cose di straordinaria importanza, e poi, quando divenne chiaro che i miei due o tre passabili saggi giovanili non erano che un casuale successo e che in letteratura non me la cavavo e che scrivevo terribilmente male, mi mandò a fare apprendistato tra la gente.Ed io per sette anni - dal 1917 al 1924 - feci il mio apprendistato tra la gente. Durante quel periodo fui soldato sul fronte rumeno, poi prestai servizio alla Oeka, al Commissariato del popolo per l'istruzione, nelle spedizioni di approvvigionamento del 1918, nell'Armata del Nord contro Judenic, nella prima Armata di cavalleria, nel Comitato regionale di Odessa, feci il proto nella Settima tipografia sovietica di Odessa, il cronista a Pietroburgo e a Tiflis e via dicendo. E soltanto nel 1923 imparai a esprimere i miei pensieri in modo chiaro e non troppo prolisso. Allora ripresi a scrivere".Fin qui parole di Babel' dalla sua autobiografia. Va aggiunto che i primi racconti dell'Armata a cavallo uscirono nel 1924 in "Lef", la rivista diretta da Majakovskij. Il ciclo completo fu pubblicato in volume nel 1926. Sklovskij apprezzò il libro paragonando Babel' a Flaubert e a Gogol'. Negli anni Trenta il controllo politico sugli scrittori si fece sempre più pesante. Nel 1937 Babel' venne recluso in un gulag dove morì nel 1941. Le sue opere tornarono a essere pubblicate in Russia nel 1957.