Nel 1824 Guglielmo Cottrau, primogenito di una famiglia alsaziana trasferitasi a Napoli nel 1806 al seguito di Giuseppe Bonaparte, pubblica i Passatempi musicali, un insieme di "canzoncine raccolte per la prima volta dalla bocca popolare ed aggiustate con accompagnamento di pianoforte". Editore e compositore, Cottrau trae i suoi materiali da molteplici fonti, dall'ascolto diretto di performance urbane e dai cosiddetti "fogli volanti", che nei primi decenni dell'Ottocento svolgono un ruolo fondamentale nella diffusione della canzone. Il risultato è la paradossale creazione di un "canto popolare scritto da un compositore", un canto che non si lascia più incasellare nelle consuete opposizioni alto-basso, colto-popolare.Coprendo l'arco temporale di poco più di un secolo, dal 1824 al 1931, questa Storia della canzone napoletana ricostruisce il lungo percorso cronologico e tematico che dalle raccolte di materiali popolari confezionati per il salotto borghese conduce alla canzone d'autore napoletana propriamente detta. Da Fenesta vascia pubblicata da Cottrau a Santa Lucia luntana di E.A. Mario, da Era de maggio di Salvatore Di Giacomo e Mario Costa a canzoni drammatiche, cosiddette "di giacca", come Pupatella di Libero Bovio e Francesco Buongiovanni, dalle "macchiette" create da Ferdinando Russo per il "buffo di società" Nicola Maldacea fino alle creazioni per il Varietà sulla prostituzione e la marginalità di Raffaele Viviani, come So' Bammenella 'e copp' 'e Quartiere e 'O sapunariello, attraverso una pluralità di fonti, cartacee, sonore, iconografiche, filmiche, una delle più sublimi arti musicali e canore, capace di coniugare tradizione colta e popolare, si offre in queste pagine.