"Ci piacerebbe che la rottura fosse un taglio netto. Preciso e chirurgico, d'un sol colpo, come la sciabola che decapita. Invece la rottura è una lacerazione". In un'epoca segnata dal culto della perfezione e della solidità a tutti i costi, la filosofa francese Claire Marin ci ricorda che un legame che finisce è sempre uno strappo doloroso, che siamo tutti esseri spezzati. È questo a renderci umani. La nostra vita è scandita dall'esperienza della perdita. Gli amori, le amicizie, i lavori, le situazioni, le vite stesse: tutto finisce. E in questi frangenti le nostre certezze sono scombussolate, la "carne del mondo" si squarcia. Ma queste inevitabili esperienze vanno coniugate con la nostra identità, che solo all'apparenza è unitaria e costante. Ci costringono a fare i conti con l'insicurezza inerente all'esistenza, a lavorare con le macerie di ciò che credevamo di essere e a vivere, davvero."Lo straordinario successo di questo libro è dovuto al lavoro di Marin, allo stesso tempo erudito e accessibile, e alla sua penna che non esclude nessuno". Elle "In questo il libro di Marin ci fa del bene: osa dirci che le perdite, le sconfitte, le rotture, ci fanno male". Libération "Pagine luminose". Le Point