"Non vi dirò che cos'è New York dal di fuori, né vi racconterò un viaggio, ma la mia reazione lirica. I due elementi che il viaggiatore coglie nella grande città sono: architettura extraumana e ritmo furioso. Geometria e angoscia." Così García Lorca presentava Poeta a New York (1940) nelle letture pubbliche che ne fece al ritorno dagli Stati Uniti dove fra il 1929 e il 1930 aveva frequentato la Columbia University. Ispirata da quel soggiorno, la raccolta è un susseguirsi di visioni drammatiche, di segno surrealista, che spalancano squarci sulla metropoli simbolo dell'età moderna e della civiltà delle macchine: un mondo in cui trionfano l'alienazione e le ingiustizie sociali e razziali, governata dal crudele Moloch di Wall Street, "dove l'oro arriva a fiumi e la morte con lui". Solo nella popolazione nera il poeta coglie un'autentica purezza spirituale: "perché credono, perché sperano".