Dall'orizzonte di tenebre della Nigeria devastata dalla cecità 'che viene dai fiumi' all'inferno di luce e sale delle miniere a cielo aperto del Mali; dal doloroso presepe di Dacca, in Bangladesh, dove sei milioni di Gesù bambino vivono spaccando mattoni, ai bambini nati in Vietnam sotto il segno mortale dell'Agente Arancio; dalle carbonaie che tingono d'inchiostro il cielo di Serra San Bruno in Calabria al monastero buddista di Namput, in Thailandia, rifugio dei malati terminali di Aids e forno crematorio in funzione permanente. In diciannove racconti, accompagnati dagli intensi scatti di Luigi Balzelli, Ettore Mo tenta di dare un volto e una voce ai 'dimenticati' dal pianeta globalizzato, di far luce nel buio di coloro che vivono nei sotterranei della storia, di narrare le periferie di un mondo fuori dal mondo. Diciannove racconti, poveri di retorica ma ricchi di sensibilità umana e vero giornalismo; dopo averli letti, nessuna coscienza può ritenersi uguale a prima.